Christian Gatti
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la domenica mattina

Devo a mio padre l’amore per la citazione “Tutto ciò che merita di essere fatto, merita di essere fatto bene”.

La domenica mattina, da ragazzo, era impossibile stare a letto dopo le 9.00 (le 10.00, se andava di gran lusso). L’essere rientrati qualche ora prima della sveglia, alticci e puzzolenti di fumo fino alle mutande non era un deterrente sufficiente: la mattina della domenica mio padre svegliava me e i miei due fratelli per farsi dare una mano con i lavori in giardino.

Il mio ruolo era del tutto superfluo: ero l’addetto al “vammi a prendere il rastrello da prato”: percorrevo una decina di metri, afferravo l’oggetto, ritornavo sui miei passi, lo consegnavo ed attendevo nuove istruzioni. Ciò nonostante, la mia presenza era imprescindibile.

Negli anni a venire mi furono affidati anche ruoli più determinanti, tipo raccogliere i tralci di siepe dopo la potatura e caricare il carrello con cui li avremmo successivamente destinati al centro raccolta.

Detestavo la domenica in giardino, come svariate altre cose che ero costretto a fare. Ma esattamente come odi tutte le cose che sei tenuto a fare, ami, con il passare degli anni, il loro ricordo: prendono un sapore diverso ed arrivi anche ad apprezzarle, in qualche modo.

Mi padre era un preciso. Quando potavamo le siepi controllava con il filo a piombo che fossimo andati dritti e che il taglio fosse fatto “a fetta di salame”. Quando posava le beole, controllava con la bolla da muratore che fossero in piano. Era solito dire che un lavoro fatto bene e uno fatto male prevedessero lo stesso identico impegno, per cui tanto valeva farlo bene.

Negli anni mi sono imbattuto in una citazione che racchiude e amplia quel concetto, che nel frattempo ho fatto mio, più di ogni altro: “Tutto ciò che merita di essere fatto, merita di essere fatto bene”.

Ciao Papà, hanno le siepi diritte lì dove sei tu?