Christian Gatti
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è sveglio, ma non si impegna

Applicare alla lettera un principio con cui valutare l’efficienza di una certa situazione oppure non mediare su etica, rispetto, correttezza e professionalità?

Alzino la mano tutti coloro che, almeno una volta nella vita, hanno sentito pronunciare, nei propri confronti, questa ignobile frase; magari riportata dalla propria madre al termine di un colloquio tra genitori e insegnanti. Io ho la mano alzata e devo ammettere che, col senno di poi, forse era pure vero.

Con questa abile strategia, sistematicamente applicata ai tempi della scuola, sono uscito indenne dalla stragrande maggioranza delle battaglie. Non perché io fossi un lavativo, piuttosto perché ero solito applicare alla lettera un principio con cui valutare l’efficienza di una certa situazione, ovvero il rapporto tra benefici e costi.

Mi sono diplomato con una media (crescente) di due esami di riparazione per ognuno dei quattro anni di liceo antecedenti la maturità, ma senza mai perder un anno. Calcolavo scrupolosamente le medie dei voti nelle varie materie e mi mettevo comodo quando il risultato era approssimabile alla sufficienza.

Ora non è più così, per fortuna. Oddio, ci sono ancora cose che non so fare bene e sulle quali non ho una grande spinta al miglioramento, ma attengono principalmente alla mia sfera privata, per esempio: suonare il piano, suonare la tromba, suonare il basso, insomma suonare qualsiasi strumento.

Dove invece il mio operato coinvolge o riguarda qualcun altro, non ammetto scorciatoie e non concedo deroghe. Piuttosto declino, ma non medio. L’ho detto più volte, tutto quello che merita di essere fatto, merita di essere fatto come si deve. É questione di rispetto, etica, correttezza e professionalità.